1135 d.c.∼1183 d.c.
1135 d.c.
Nel 1135 viene deciso il passaggio della sede vescovile presso la cattedrale attuale, e San Giorgio deve cedere alle pressioni dei cittadini. Questo passaggio non è indolore: Guelfi e Ghibellini, capeggiati rispettivamente dalle potenti famiglie Marcheselli o Adelardi e dei Torelli o Salinguerra; si contendono il dominio del Comune.
1159 d.c.
Nel 1159, Federico Barbarossa (Waiblingen, 1122 †Saleph, 10 giugno 1190), di fronte al rifiuto di ostaggi come pegno di fedeltà, piega la città che era retta, al momento, dai Guelfi. La consegna al Conte Corrado della Noce, il cui dominio durerà fino al 1164.
Per merito del Barbarossa, la città ha il privilegio di battere una propria moneta, sottraendosi all'autorità imperiale e aderendo alla Lega Lombarda
1174 d.c
Guidate da Guglielmo III Adelardi capo della città, nel 1174 milizie ferraresi muovono alla volta di Ancona con l'intento di liberarla dalle truppe imperiali di Cristiano di Magonza.
1183 d.c.
Guglielmo III nel 1183, tenta di appianare la rivalità tra Guelfi e Ghibellini, dando in sposa ad un Salinguerra, sua nipote Marchesella ancora bambina. Però gli stessi Adelardi, mal sopportando che il grande patrimonio di famiglia passi alla famiglia nemica, fanno rapire la piccola per darla in sposa ad un Estensi, che erano già legati da parentela con gli Adelardi.
Però prima del matrimonio, Marchesella muore (1188?); ma il patrimonio passa ugualmente agli Este: Obizzo. La famiglia d'Este, forte dei già ricchi possedimenti nel territorio, e con l'aggiunta del patrimonio ereditato, si insedia a Ferrara.
Marchesella - Adelardi (1)
I Marchesella o Adelardi. Guelfi; avendo avuto in più occasioni l’appoggio della Chiesa.
La famiglia ebbe tra gli avi Guarino, conte di Ferrara e rappresentante in città dell’imperatore Ottone I di Sassonia nel X secolo. I Marchesella successivamente furono al seguito di Matilde di Canossa, ardente sostenitrice del Papato.
Rivestirono inoltre nel XII secolo cariche importanti come quella di capitaneus, vocabolo medievale che sta per capitano, una figura politica dell’amministrazione locale che per Ferrara di frequente era uno dei capi della vassalità canossiana e vescovile o comunque delle famiglie più importanti ed influenti; considerata in pratica la massima autorità cittadina, fu istituita soprattutto per bilanciare il potere e l’autorità delle famiglie più nobili e potenti.
Torelli - Salinguerra (2)
I Torelli o Salinguerra. Ghibellini per antonomasia, cioè filoimperiali.
Discendenti da un conte Adalberto (morto nel 1011) ed originari dell’area bolognese, delle loro vicende genealogiche e patrimoniali si hanno notizie certe a partire dal 1083 con Pietro Torello. Affermatisi a Ferrara fra XI e XII secolo, i Salinguerra furono prima capitanei canossiani e poi nel periodo del regno di Federico Barbarossa guidarono la città all’alleanza con l’Impero. Ricordati nel 1162 come avversari degli Adelardi (di fazione guelfa), ebbero ruoli importanti a Ferrara nel XII secolo, fino ad assumere nel 1195 con Salinguerra II la carica di podestà, che poi rivestirono ancora alcune volte nei decenni successivi, alternativamente con gli Estensi, con i quali a partire dal 1205 ebbero diversi scontri.
Nel XII secolo Ferrara era sconvolta dalle feroci lotte delle fazioni politiche. I ghibellini, capeggiati dai Torelli-Salinguerra si fronteggiavano da decenni con i guelfi, guidati dalla potente famiglia Marchesella Adelardi. Questi avevano accresciuto il loro potere grazie all’appoggio della Chiesa, ottenuto soprattutto per l’aiuto dato da Guglielmo II degli Adelardi all’opera del vescovo Landolfo, che da parte sua era riuscito all’inizio del XII secolo a sottrarre la città al controllo degli arcivescovi di Ravenna e della curia romana, facilitando in questo modo la nascita del libero Comune, inoltre successivamente si ricordano le eroiche gesta di Guglielmo III, che era stato crociato e aveva anche liberato Ancona nel 1174 dall’assedio di Cristiano di Magonza, arcivescovo, cancelliere e consigliere di Federico Barbarossa (1122-1190), cioè dell’imperatore tedesco del Sacro Romano Impero.
Tutto sembrava concorrere ad un’egemonia definitiva degli Adelardi sulla città, ma né Guglielmo III né suo fratello Adelardo avevano avuto eredi maschi e l’ultima rappresentante della nobile stirpe era una bambina, Marchesella, figlia di Adelardo. Attorno al 1183, poco prima di morire, i due fratelli presero una saggia decisione allo scopo di pacificare la città attraverso l’unione delle due fazioni. Così Marchesella, dichiarata erede universale, fu promessa in sposa ai Salinguerra e consegnata alla famiglia ghibellina in attesa che raggiungesse l’età da marito (in quanto aveva circa sette anni). Ma alcuni cittadini della parte guelfa, ed in particolare Pietro Traversari (tutore di Marchesella) con l’azione dei Giocoli, si dimostrarono ostili a concedere patrimonio e potere in mani ghibelline.
Cosicché, una volta rapita Marchesella dalla casa dei Salinguerra, la consegnarono ad Obizzo I d’Este nei suoi domini veneti e fu fidanzata col nipote Azzo VI, il quale divenne automaticamente il successore degli Adelardi, diritto che non gli fu mai contestato, nonostante la bambina morisse prima di aver contratto matrimonio con lui.
FERRARA vol. I e II, ed. Alfa Bologna ∼ GLI ESTENSI di Luciano Chiappini, ed. Dall'Oglio ∼ Gli Estensi collana "Le grandi Famiglie d'Europa", ed. Mondadori
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