1801 d.c.∼ 1848 d.c.
1801 d.c.
I francesi ritornano e Ferrara ridiventa membro della Repubblica Cisalpina. Entra a far parte del Regno Italico e segue le sorti napoleoniche fino al 1815. In quest'anno viene riconsegnata alla Chiesa dal governo provvisorio austriaco che si riserva il diritto di tenere guarnigioni nelle fortezze di Ferrara e Comacchio.
Al Papa non piace questa situazione che sobilla il popolo contro gli occupanti napoleonici che hanno a loro volta molta instabilità di potere, sia perr colpa della crisi economica dovuta a troppe tasse imposte alle campagne, sia per la reazione sanfedista (¹). E' un periodo molto travagliato per la città.
Il papato cerca di infiltrarsi in queste crepe perché non si è mai rassegnato alla perdita dei suoi beni nel territorio e non vuole riconoscere la vittoria francese.
1815 d.c.
Questo è l'anno che il papato rientra in possesso della città. però rimne sotto l'ombrello militare della guarnigione austriaca.
Tutte le innvazioni e trasformazioni fatte dai francesi, cadono una ad una: struttuire amministrative; istituzioni napoleoniche; congregazioni religiose prima abolite, vengono ricostituite; il centumvirale ricostituito e gli ebrei vengono fatti ritornare nel ghetto.
1820 d.c.
Ferrara diventa rapidamente un luogo di contatto per numerose associazioni segrete di opposizione. Geograficamente, si trova al centro tra cospiratori e polizia e il fiume Po è un nodo di collegamento sia per gli austriaci che per i carbonari.
nel 1820/21 i moti, trovano patrioti impegnati nell'azione anche a Ferrara. Molti cittadini vengono arrestati e condannati: il giudice Felice Foresti, viene condannato a morte, la pena viene commuttata in 20 anni e viene imprigionato a Spielberg, Il conte Antonio Oroboni finirà nello stesso carcere dove morirà di tisi. Antonio Oroboni per aver nascosto documenti carbonari nel sepolcro di famiglia.
Inoltre vengono arrestati e condannati: Don Gaetano Caprara, arciprete di Crispino, il dott. Giuseppe Delfini, il marchese Giovanni Battista Canonici.
1831 d.c.
Questo è l'anno che i patrioti riescono a disarmare le truppe pontifice e ad occupare tutti i posti di guardia al Castello che è la sede del governo pontificio.
L'insurrezione e il Governo provvisorio sono diretti e composti da dott. Alfonso Guidetti, conte Vincenzo Massari, cav. Giovan Battista Boldrini, conte Pier Gentile Varano, avv. Ippolito Leati, avv. Antonio Delfini, conte Giovanni Recchi.
I gesuiti vengono cacciati dalla città, viene istituita la Guardia Civica, abbassato il prezzo del sale, abolita la tassa di famiglia.
Purtroppo il 6 marzo gli austriaci, per conto del pontefice, riprendono la città e il comitato di cittadini fedeli viene chiamato a sovraintendere la vita civile.
1846 d.c.
Un'ondata di speranza di cambiamento, è suscitata dall'elezione a pontefice di Pio IX, purtroppo ancora una volta delusa.
1848 d.c.
Sull'onda dei moti che nascono in Italia, e nonostante la tiepidezza del papa, a Ferrara vede la luce la Compagnia dei Bersaglieri del Po capitanata dal conte Tancredi Mosti. Il comportamento eroico di questa compagnia sarà tramandato nel tempo nella memoria dei ferraresi.
L'onda dei moti si fa sempre più insistente, ma quando il papa si ritira, la situazione riprende a stagnare anche a Ferrara, e i gruppi tradizionali prendono ancora potere.
Conte Ercole Tancredi Trotti Mosti |
Divisa |
Atto costitutivo |
I moti rivoluzionari
I moti rivoluzionari trovano tessuto fertile nella miseria in qui è sprofondata la popolazione. Anche se i primi tentativi finiscono in fallimenti, questo non frena la voglia di rinnovamento dei cittadini ferraresi, che ne hanno avuto un'assaggio con le riforme napoleoniche.
Ritornando la chiesa e gli austriaci e riportando indietro l'orologio, rende ancora più acuto il disagio dovuto alla restaurazione.
L'esasperazione dovuta alle mancate riforme, alla miseria sempre più cupa specialmente dei ceti agrari, portano ad aumentare gli oppositori rivoluzionari.
E' da capire che quello che è definito, oggi, proletariato o forza lavoro, è sempre una maggioranza rispetto allla media borghesia; nel 1831 la massa di disoccupati, operai, braccianti, mendicanti; sono numericamente consistenti rispetto alla borghesia, ed è in questa massa che trova terreno fertile la propaganda dei democratici e la provocazione antiliberale governativa.
Nascono varie sette e società segrete che combattono per la rivoluzione, a cui si contrappongono altre che, invece, lavorano in conbutta con la polizia austriaca e papale.
Durante il periodo napoleonico, molte famiglie borghesi hanno fatto fortuna, e sono banchieri, mercanti e professionisti. Nel tempo la loro posizione socio-economica si è consolidata e i loro figli sono sono i protagonisti di un'opposizione moderata che resterà alla testa di tutto il movimento rivoluzionario, che comunque raccoglie i consensi e l'appoggio di molta popolazione ferrarese.
La spia austriaca Flaminio Bertelli, ci ha lasciato un'elenco dei patrioti che militavano nei movimenti di opposizione, sono persone di vari strati sociali, accumunati da un unico ideale, troviamo impiegati, ebanisti, commercianti, studenti, medici, avvocati, fornai, tagliapietre, possidenti, calzolai ecc....
La Compagnia dei Bersaglieri del Po è formata da molti volontari e si faranno onore contro le truppe pontificie e austriache, e si capisce bene la partecipazione della popolazione nella trafugazione di Garibaldi a Magnavacca, un esempio perfetto della rete dovuta anche all'esperienza maturata nell'azione.
I Bersaglieri del Po
Versione integrata dei Bersaglieri del Po in pdf
Corpo nato nel 1848 per volere di Ercole Tancredi Trotti Mosti, colonnello della Guardia Civica, per combattere l'invasione austriaca; per armare i volontari, aveva acquistato in francia 4000 carabine rigate modello 1837 ed accessori.
L'idea gli era venuta dai bersaglieri di Alessandro la Marmora.
Con i moti che pervadevano l'Italia volle fare un corpo speciale in grado di combattere gli austriaci.
Partecipò con onore ed eroismo, alla prima guerra d'indipendenza, sotto il comando del Generale Durando.
L'atto costitutivo della compagnia ha data 11 aprile 1848; il 12 aprile, nella piazza della città ricevette il saluto della popolazione e la benedizione della bandiera bianco-gialla (i colori della Chiesa).
L'unità era composta da 129 uomini dotati delle carabine acquistate e il 29 aprile muoveva verso Treviso dove fu raggiunto da altri 51 volontari ferraresi.
Partecipò alle battaglie di Montebelluna e Cornuda, le due battaglie di Vicenza e alla difesa di Ancona.
Dalla Gazzetta di Ferrara del 20 luglio 1848, lettera del Generale Durando: "...Ella ed il suo battaglione avanzarono sempre la mia aspettativa. I Bersaglieri del Po sono noti anche al nemico. Nel commendare i suoi talenti, il suo amor patrio, la sua energia, intendo di fare elogio alla disciplina ed al coraggio militare del suo battaglione, che certo non smentirà il nome che si è acquistato quando nuovamente si misurerà contro l'inimico".
Nel 1908, un decreto reale concedeva la medaglia al valore alla bandiera dei Bersaglieri del Po: "per la valorosa condotta nei combattimenti di Cornuda e di Monte Berico e nella difesa di Vicenza".
(fonte: http://www.bersdelpo.altervista.org/Storia.htm)
Benedizione |
Assedio |
Gazzetta di Ferrara |
Manifesto |
arrivo di Garibaldi |
Conferimento medaglia |
FERRARA vol. I e II, ed. Alfa Bologna ∼ GLI ESTENSI di Luciano Chiappini, ed. Dall'Oglio ∼ Gli Estensi collana "Le grandi Famiglie d'Europa", ed. Mondadori
Tutte le immagini presentate sono rielaborate e/o eseguite ex-novo dall'autrice dei testi Loretta B©2012 - se ne vieta la riproduzione, anche parziale, previa autorizzazione dell'autrice.