Ospedale
Ferrara vanta alcuni primati che è bello conoscere.
Studiando la storia ospedaliera ferrarese si capiscono le motivazioni del legame che la popolazione ha con il Sant’Anna e in particolare con la sua Maternità.
La Maternità attuale, infatti, è il mare in cui è sfociata, per così dire, l’originale Maternità dei Bastardini. Nata nel 1570 come detto, restò attivissima fino al 1754. In quell’anno per ordine del cardinale Marcello Crescenzi la Maternità fu decentrata da Bersaglieri del Po a via Salinguerra presso la chiesa di San Salvatore oggi scomparsa (angolo Fondobanchetto). In quell’occasione la Maternità fu fusa con la Maternità di San Matteo del Soccorso (1580) che si trovava in via Montebello ed era destinata solo alle donne oggetto di violenza domestica e alle prostitute.
Questa Maternità sul cui funzionamento nulla sappiamo, finisce con il prevalere su quella di San Cristoforo perché scompaiono le donne oneste e rimane il diritto di ricovero solo per le prostitute. Nel 1776 cioè vent’anni dopo, la Maternità viene ulteriormente allontanata dal centro città e trasferita sul terraglio della città in via delle Chiodare (dietro a via della Ghiara) nelle casupole fatiscenti che formavano il complesso di Beata Chiara da Montefalco. Lì resterà per circa un secolo con caratteristiche di vero e proprio carcere.
Perde il nome e anche il ricordo di San Cristoforo de’ Bastardini e diventa la Casa del Soccorso. Venivano accolte solo le donne recidive di gravidanza illegittima (poverine!) che venivano catturate al domicilio (le ragazze fuggivano cercando ospitalità da amici e parenti), le donne provenienti dal carcere, le prostitute.
L'area della prima sede dell'Ospedale Sant'Anna (clik per ingrandire)
La collocazione della Maternità di via delle Chiodare è in pratica quella dei bordelli della città che si trovavano tutti nella periferia, da via delle Scienze al terraglio (parrocchia di San Pietro).
Le donne non venivano più dimesse con il figlio ma il bimbo finiva sempre ai Bastardini e la madre era trasferita a Santa Maria della Consolazione, in via Mortara, da dove era dimessa solo se spiritualmente recuperata. In pratica mai perché il giudizio sul recupero era affidato alle suore carceriere. Finivano con l’isituzionalizzarsi e quando il nuovo stato italiano cerco di restituirle alla vita civile non ci riuscì pienamente.
Fino al 1883 (con un breve intervallo durante il dominio francese) la Maternità resta in via delle Chiodare. Nel 1883 viene finalmente trasferita al Convento delle Missioni (ex IPI) con il nome di Santa Maria del Soccorso, via Savonarola, dove sotto la direzione di Carlo Grillenzoni riapre l’accesso a tutte le donne e accoglie anche i Bastardini da Bersaglieri del Po, riunendo nuovamente madri e figli. La scelta di ricoverare solo le donne “colpevoli” e non le “oneste” fu probabilmente dovuta alla necessità di isolamento delle donne affette da sifilide.
Nel 1930 la Maternità confluisce nella nuova Maternità del Sant’Anna e sparisce definitivamente come istituzione a se’ stante. Ma nella storia della medicina questo intricato percorso ha prodotto due errori: infatti si trova scritto che la prima Maternità italiana nasce a Ferrara nel 1580 e non nel 1570, a Santa Maria del Soccorso mentre il nome originale era San Matteo.
L'oratorio di Sant'Anna in tempi recenti. Fu la prima sede dell'Arcispedale (clik per ingrandire)