San Cristoforo De' Bastardini
Quasi sempre i neonati abbandonati giungevano a San Cristoforo de’ Bastardini attraverso la levatrice, oppure erano deposti nella “ ruota” , che si trovava all’angolo di via del Gambero e che era stata adottata circa nel 1500. Pero’ l’abbandono in luogo inappropriato non era raro: capitava che si rinvenissero bambini dentro a sporte, in ceste sfondate, seminudi su altari di chiese, dentro a confessionali, abbandonati sull’uscio di San Cristoforo o sotto i portici di Santo Stefano dove erano ”raccolti dalla pattuglia di notte”, appesi con un rampino alle finestre o infilati nelle grate con un bastone da cui pendeva un fagotto.
Siccome San Cristoforo riceveva bimbi da tutto il territorio della diocesi, da Finale Emilia a Comacchio e anche da altri stati come dal mantovano e dal modenese, giungevano in tutti i modi: a cavallo, in birroccio , in barca o sulle spalle di un portatore, spesso da miglia di distanza. Molti giungevano morti.
Nel 1812 fu emesso un bando in cui si raccomandava di non abbandonare il bambino per strada e di avvolgerlo in coperte, porlo in culla di vimini portata in spalla con l’ausilio di cinghie robuste, facendo accompagnare il portatore da una balia che potesse nutrire il piccolo durante il viaggio. Si raccomandava anche di scegliere le ore notturne nella stagione calda e quelle diurne d’inverno. Portatori consuetudinari erano i campanari del paese di provenienza.
Erano chiamati Bastardinari e nei registri della Ca’ di Dio fra la metà del 600 e i primi del 700 ne sono citati assai spesso tre: una Bastardinara di Portomaggiore, anonima, un Bastardinaro di Gambulaga di nome Giacinto Roda (1697) e la famiglia di Bastardinari di Finale Emilia i cui membri compaiono dal 1686 fino a circa il 1706. Si chiamavano Giovanni, Agostino e Antonio Fiocchi più volte citati, a volte latori anche di cinque bambini a settimana.
Dal 1690 e fino al 1706 subentra Paula Fiocchi e dal 31 maggio 1706 per breve tempo Giovan Battista Fiocchi. Dagli Stati d’Anime della parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo, risulta che la famiglia Fiocchi, originaria di Venezia, a Finale era titolare della stazione di posta. Si può supporre che ai componenti della famiglia risultasse semplice trasportare i bambini a San Cristoforo con la diligenza di linea o con il postale, che probabilmente già alla fine del seicento effettuava corse giornaliere.
È poi particolarmente significativo che alla fine del 600 il servizio fosse svolto da una donna (siamo in Emilia!). Dopo i Fiocchi comincia a comparire la Compagnia della buona morte che infine nel 1710 circa istituirà una ruota presso la casa del campanaro di Finale e poi inizierà a ricoverare i Bastardini nell’ospedale della Confraternita fondato a Finale nel 1597 e dove già riceveva gli orfani ( ma non gli illegittimi o comunque i figli abbandonati.
A San Cristoforo de’ Bastardini il primo atto compiuto all’ingresso del piccino consisteva nell’attribuzione del numero d’ordine, inciso su una medaglietta di osso legata al collo tramite un cordoncino, fissato in maniera che non potesse essere asportato o scivolare via. Mano a mano che il bambino cresceva si provvedeva a cambiare il cordoncino allargandone il giro. Può darsi che analogo metodo fosse usato anche per la balia ma non ne ho trovato traccia. A Torino, ad esempio, nel 1712 si ricorse ad un filo doppio di seta grigia da legarsi al collo della nutrice per evitare sostituzioni ed inganni d’identità ( la paga era importante ).
E sempre a Torino, ma nel seicento, Carlo Emanuele Ii provvide a far “marcare e stigmatizzare i trovatelli mantenuti a spese dell’amministrazione cittadina (molti dei quali legittimi) con un segno sul piede, rappresentante la marca della città”. Consuetudini di questo tipo a Ferrara non sono annotate.
dettaglio antica mappa |
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