Violante Margherita
Giovedì 31 luglio 1698 una figlia dello speziale Valerio Botticini, Violante Margherita, monaca di clausura in Sant’Antonio in Polesine, avvelenò tre consorelle con un avanzo di lasagne, ripassate in padella e condite con arsenico procuratole dal padre, convinto che la figlia dovesse far fuori un esercito di topi rosicchiatori di tonache.
Il movente pare fosse la gelosia per il ruolo rivestito dalle tre avvelenate, addette alla ruota come Violante, e per rivalità nei ruoli ottenuti negli spettacoli di canto organizzati dal Monastero e aperti al pubblico. Lei infatti era quarta rotara, non ostante fosse più vecchia delle compagne, e pertanto aveva poche occasioni di adempiere personalmente all’ufficio, molto ambito per le opportunità di contatto con i visitatori, i portatori di doni, i latori di posta ecc. Negli spettacoli poi, correva voce di aspri litigi per rivestire i ruoli più prestigiosi.
S. Antonio in Polesine (clik per ingrandire)
Il successivo processo non riuscì a raggiungere la prova della colpevolezza di Violante, che nego’ sempre qualunque responsabilità nella morte di una delle consorelle. Le due che si salvarono non avevano prove precise del suo atto e pertanto Violante fu assolta (oggi si direbbe per insufficienza di prove).
Trasferita al Monastero di San Gabriele oggi scomparso e ridotta dalla regola Benedettina alla più severa regola Carmelitana, cambiò il nome in Angelica Margherita ma non le abitudini, avvelenando un’altra consorella nel 1725. I disturbi di personalità non sono una novità della nostra società.
S. Gabriele (clik per ingrandire)
Provenienza: pianta del Borgatti, 1597, da Lorenzo Paliotto, Giovanni Fontana vescovo di Ferrara (1590-1611), Ed. Cartografica 2001