Alba di nebbia, di una mattina d'autunno
La figura avanza lungo il sentiero con andatura lenta e regolare, il passo tranquillo. A tratti confusa con i tronchi degli alberi del parco. Man mano che si avvicina diventa più nitida.
E' un uomo con un largo cappello Borsalino, il soprabito scuro aperto, con i lembi che si muovono all'unisono con il passo, una mano in tasca e l'altra stringe una custodia per tromba.
Un musicista.
Ad un certo punto si ferma, toglie la mano dalla tasca, appoggia la custodia alla sua gamba, e si accende una sigaretta, per un attimo il viso viene illuminato dalla luce della fiamma. Il suo viso è giovane, ma vecchio allo stesso tempo.
Rimane fermo, appoggiato all'albero spoglio, immerso nei suoi pensieri, il fumo della sigaretta si confonde con la nebbia.
Ad ogni boccata di fumo, il viso viene illuminato dalla brace per un'istante. è un bel viso, con un accenno di barba, la bocca ripiegata verso il basso. L'espressione è assorta.
La luce dell'alba sembra gelatinosa, di quel grigio perlaceo creato dalla nebbia e impedisce al sole di illuminare la figura, che rimane immersa nei suoi pensieri. Finisce con calma la sigaretta, un'ultima boccata, poi la spegne gettandola a terra e schiacciando con calma il mozzicone sotto la scarpa. Raccoglie la custodia e riprende lento il suo cammino.
Man mano che l'alba avanza, la nebbia inizia a diradarsi, i contorni degli alberi si fanno più definiti e la figura inizia ad essere più nitida: è un bell'uomo, di circa 35/40 anni, ma quello che colpisce di più è lo sguardo: sembrano occhi che hanno visto troppo, di chi ha vissuto sempre al limite, sono gli occhi stanchi di un vecchio.
Guardando meglio anche il portamento non è di un uomo nel vigore degli anni, no. Le spalle sono curve, stanche, il passo è lento di chi non ha fretta o di chi non ha nessuno che lo aspetta. è il passo di un uomo solo e non si aspetta nulla dalla vita.
Ad un tratto il suo incedere si fa guardingo... ha sentito un leggero lamento... si ferma ad ascoltare per capire da dove proviene, sembra un lamento di un gatto, ma non un gatto adulto, piuttosto un cucciolo.
Si avvicina piano, per non spaventare la bestiola. Nella luce del mattino che si fa spazio tra la nebbia, vede un piccolo batuffolo nascosto dietro un cespuglio. E' davvero un gattino, tutto nero come la notte, avrà circa 2 mesi, non tenta nemmeno di fuggire, tanto è indebolito. L'uomo si guarda attorno ma capisce che il piccolo è solo, forse per colpa del colore, è stato sicuramente abbandonato.
Si china lentamente, appoggia la custodia e raccoglie con delicatezza quella piccola palla di pelo, ed è stupefacente la dolcezza con cui lo fa.
è così piccolo che sta comodamente in una mano, il pelo è umido per la rugiada notturna , trema come una foglia, forse dallo spavento o dalla fame, o forse per tutti e due.
L'uomo lo guarda con curiosità e il gattino lo osserva a sua volta ...e succede una cosa stupefacente ... lo sguardo dell'uomo prende vita come una scintilla, e il gattino smette pian pianino di tremare.
Più i loro sguardi si fissano uno dentro l'altro, e più si sta creando un legame.
Oramai la nebbia si è quasi del tutto diradata, e il sole inizia fare a capolino tra i rami degli alberi.
Pian pianino una calda luce avvolge il mattino.
L'uomo e il piccolo gattino, si sono trovati.
Il suo sguardo è finalmente acceso da una luce di vita.
Il gattino ha adesso una nuova casa e un nuovo amico.
Si alza lentamente, raccoglie la custodia della tromba, con l'altra mano si appoggia il gattino al cuore sotto il soprabito per tenerlo al caldo, si avvia lentamente verso casa, canticchiando sottovoce una nenia dolce, e con passo più allegro.
La casa adesso non sarà più vuota.
Domenica 1 giugno 2006 - opera prima del genere.