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Autore Topic: Notizie ambiente da televideo  (Letto 505 volte)

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Offline nuvolotta

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Notizie ambiente da televideo
« il: Gennaio 13, 2017, 06:52:27 »
Non sei autorizzato a vedere i links. Registrati o Login da alcuni anni c'è una rubrica sulle notizie sull'ambiente a cadenza settimanale, da un 6 mesi a questa parte sto raccogliendo le notizie in diverse note di facebook  questa è quella di Gennaio 2017


RINNOVABILI GIUNTE AL PUNTO DI "SVOLTA"

La produzione di energia verde nel mondo ha raggiunto un punto di svolta, questo grazie al fatto che il costo di produzione dell'energia attraverso fonti solari ed eoliche è sceso fino al punto di essere competitivo rispetto al carbone e il gas naturale.
Un cambiamento di paradigma che dovrebbe attirare gli investitori a livello mondiale, verso il settore delle rinnovabili.

Lo dice un recente rapporto pubblicato dal World Economic Forum (WEF) che ha analizzato i dati provenienti da Open Energy Information, Bloomberg New Energy Finance, S & P Index, United Nations Environmental Programme (UNEP) e da altre fonti, sull'efficienza e i rendimenti degli investimenti nelle energie rinnovabili e ha analizzato sia gli investimenti globali nelle rinnovabili che i casi specifici di alcuni investitori istituzionali.
Secondo la ricerca, l'energia rinnovabile ha raggiunto un punto di non ritorno: costituisce ormai la migliore possibilità di invertire il riscaldamento globale.

Solare ed eolica sono diventati molto competitivi e i costi continuano a calare.
Non sono solo un'opzione commercialmente valida, ma un'opportunità di investimento a titolo definitivo convincente a lungo termine.
Il rapporto WEF sottolinea che il costo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è ora pari o inferiore a quello di carbone e di gas e che soltanto dieci anni fa, i costi del solare erano di circa 600 dollari/Megawattora, molto al di sopra delle diffuse fonti di carbone e gas naturale che costavano 100 dollari/ MWh. Tuttavia, i costi del solare si erano già dimezzati cinque anni più tardi e oggi sono calati fino a 100 dollari/MWh. I costi dell'eolico sono arrivati a circa 50 dollari/ MWh.

I risultati di questa svolta, per il WEF, sono già evidenti sul mercato: secondo l'UNEP, nel 2015 gli investimenti nell'energia rinnovabile hanno superato per la prima volta quelli delle fonti convenzionali: sono stati spesi 285, 9 miliardi di dollari, con un aumento del 5% rispetto ai di 273 miliardi di dollari del 2014. Bloomberg New Energy Finance spiega, a sua volta, che si tratta del 53, 6% della nuova capacità totale aggiunta in tutto il mondo nel 2015.

PIU' PISTE CICLABILI IN ITALIA

Più piste ciclabili in Italia dal 2008 al 2015: un aumento del 47, 7%, mentre per le aree pedonali si tratta di un 27, 2%.
Lo dice una recente ricerca del Centro ricerche Continental autocarro (su elaborazione Istat), calcolati su una media rilevata nei comuni capoluogo di provincia italiani.
Dati che mostrano come siano cambiate le politiche per quanto riguarda la mobilità sostenibile, nel giro di sette anni.
Sono segnali di progressiva attenzione alla mobilità dolce, in un Paese che però deve ancora dare una svolta sulla riduzione dell'uso dell'automobile.

Anche le Zone a traffico limitato (Ztl) hanno visto un lieve incremento in questi sette anni presi in considerazione, arrivando a un cinque per cento ulteriore rispetto al 2008.
A livello regionale è l'Emilia Romagna a fare passi da gigante per quanto riguarda la mobilità ciclabile, continuando a dimostrarsi la Regione più sensibile in questo senso.
 
Dal 2008 al 2015, considerando sempre i comuni capoluoghi di provincia, le piste ciclabili dell'Emilia Romagna sono passate da una lunghezza totale di 839, 1 km a 1.246, 4 km, con un aumento del 48, 5%.
Le aree pedonali sono passate da un'estensione di 54, 296 a 60, 698 ettari; le Ztl sono passate da 8, 928 a 9, 267 km2.
Per quanto riguarda le piste ciclabili il comune capoluogo di provincia che ha fatto registrare l'aumento maggiore è Ferrara.

RAEE: GUIDA SU COME SMALTIRLI

Per spiegare ai cittadini cosa sono i Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) e quale sia il modo migliore per smaltirli, ECODOM (il principale Consorzio operante in Italia nella gestione dei Raee) e Cittadinanzattiva hanno realizzato una pubblicazione ad hoc.
Si intitola "Rifiuti elettrici ed elettronici: come fare?", e sarà distribuita in 10.000 copie presso tutte le sedi locali di Cittadinanzattiva (una per ogni Regione) e disponibile on line, tramite i social network e i siti Non sei autorizzato a vedere i links. Registrati o Login e Non sei autorizzato a vedere i links. Registrati o Login.
La quantità di RAEE che ogni cittadino italiano butta via è impressionante: si tratta di quasi 13 chilogrammi a testa, che in totale fanno circa 800.000 tonnellate all'anno.
L'obiettivo di questa guida è spiegare per quali motivi i RAEE devono essere oggetto di una raccolta differenziata, esattamente come già si fa per la plastica, la carta, il vetro.
Un provvedimento necessario, in considerazione del fatto che i RAEE contengono sostanze inquinanti, che devono essere estratte con tecnologie appropriate e correttamente smaltite; dall'altro, perché questi rifiuti possono rappresentare un'importante miniera di materie prime da riutilizzare: da quelle più comuni come il ferro, l'alluminio, la plastica, il rame, fino a quelle più preziose o strategiche, come l'oro, il palladio, il cobalto, la grafite.
In Italia, la quantità di RAEE raccolti e riciclati è in aumento, ma per merito di poche aree geografiche.
La più alta media pro-capite si riscontra nelle regioni del Nord: Valle d'Aosta, Trentino e Friuli; in forte ritardo, invece, il Sud con Campania, Sicilia e Puglia.

MAPPA DELL'ACQUA SULLA TERRA

In trentadue anni sono scomparsi dal Pianeta oltre 90.000 chilometri quadrati di acque permanenti, ma altri 184.000 se ne sono formati.
E' questo uno dei dati colti dalla mappa ad alta risoluzione dei cambiamenti nella distribuzione dell'acqua sulla Terra negli ultimi tre decenni, elaborata grazie all'uso di tre milioni di immagini satellitari scattate tra il 1984 e il 2015.
A realizzarla i ricercatori del Centro congiunto di ricerca della Commissione Europea, che ha sede a Ispra (Varese). Lo studio, pubblicato sulla rivista "Nature", mostra come la siccità, la creazione di nuovi bacini (con la costruzione di dighe) e l'estrazione dell'acqua siano le principali cause di cambiamento. I ricercatori hanno analizzato le immagini satellitari per quantificare, mese per mese, i cambiamenti avvenuti nelle acque di superficie, con una risoluzione di trenta metri.
 
Le acque di superficie sono solo una parte delle acque disponibili sul Pianeta, ma sono quelle più accessibili all'uomo.
Nel 2015 complessivamente c'erano 2, 78 milioni di chilometri quadrati di acque permanenti, e 0, 81 milioni di chilometri quadrati di acque stagionali.

Nei trentadue anni analizzati, sono andati persi un totale di 162.000 chilometri quadrati di acque: 90.000 permanenti, 72.000 sono diventati stagionali.

Mentre 184.000 chilometri quadrati di nuove acque permanenti, si sono create in diversi Paesi.
Il 70% delle perdite si è concentrato in cinque paesi: Kazakhistan, Uzbekistan, Iran, Iraq, Afghanistan soprattutto per siccità e attività umane.

In tutte le regioni continentali c'è stato un netto aumento delle acque permanenti, tranne che in Oceania, che ha subito un calo dell'1%.
Questi dati, secondo i ricercatori, danno ulteriori riscontri dell'impatto del cambiamento climatico e delle oscillazioni del clima sulla distribuzione delle acque e degli effetti delle attività umane.

AIUTARE LA FAUNA SELVATICA IN INVERNO
Il periodo invernale può rappresentare un serio pericolo per la fauna. E' l'allarme lanciato dal WWF. Basse temperature, notti lunghe e particolarmente fredde, poche ore di luce, terreni gelati o ricoperti di neve, possono rendere difficile la sopravvivenza degli animali selvatici, in particolare per gli uccelli che popolano le aree verdi delle città o delle aree periurbane.

Inoltre le temperature rigide coincidono con il periodo dell'anno in cui il cibo è particolarmente scarso, con pochissimi frutti sugli alberi spogli e la gran parte degli insetti scomparsi o ben nascosti. Senza considerare che questo è anche un periodo di caccia e tutta la fauna, anche quella non sottoposta al prelievo venatorio, in campagna è sotto pressione per gli spari e il disturbo dei cani.
Tramite piccoli accorgimenti, però, è possibile dare un aiuto all'avifauna in difficoltà. Ad esempio, chi possiede un giardino o una terrazza può attrezzarsi con delle piccole mangiatoie dove riporre acqua e cibo. Le mangiatoie possono essere acquistate facilmente nei negozi di animali oppure online, ma sono anche facili da realizzarsi attraverso dei tutorial presenti su internet.

Le mangiatoie sono utilissime, ma non indispensabili: il cibo più essere posizionato anche su un cornicione o in un luogo aperto. Meno il cibo risulterà trattato e più sarà gradito dagli uccelli. Una ciotolina bassa dove riporre un po' d'acqua, da cambiare con una certa frequenza, completerà il menù. Il cibo da utilizzare deve cercare di ricreare quello che si può trovare in natura.

I pennuti non faranno capricci, anche se ovviamente i granivori preferiranno i semi, mentre gli insettivori troveranno appetitoso il grasso animale mischiato a pastoni, reperibili in commercio. E così, da un lato, si possono offrire mix di cereali, qualche seme di girasole o avena e bacche; dall'altro, si possono creare delle pallette di grasso con scarti di carne da posizionare all'interno di piccole retine morbide, con maglie sufficientemente larghe da consentire di beccarle.

MEDITERRANEO "ZUPPA" DI MICROPLASTICHE

Ogni anno vengono prodotti nel mondo più di trecento milioni di tonnellate di plastica e almeno il 10% di questi materiali finisce negli Oceani, dove si degradano molto lentamente e tendono a frammentarsi in minuscole particelle: le microplastiche, con dimensioni inferiori ai cinque millimetri e spesso invisibili a occhio nudo, si sono accumulate nei nostri mari, dai poli all'Equatore, dalla superficie alle profondità abissali.

Il Mediterraneo risulta uno dei bacini maggiormente contaminati, come emerge da un recente studio frutto della collaborazione tra l'Istituto di Scienze Marine del CNR di Lerici (ISMAR-CNR), l'Università Politecnica delle Marche, l'Università del Salento e Algalita Foundation (California)

I quantitativi medi di microplastiche presenti nel mare Adriatico e nel Mediterraneo occidentale, sono di circa 500 e 800 grammi per chilometro quadrato. Quantitativi ancora maggiori, circa 2 kg per kmq, sono stati identificati al largo delle coste occidentali della Sardegna, della Sicilia e lungo la costa pugliese. Fino ad arrivare ad un hot spot di addirittura 10 kg di microplastiche per kmq, nel tratto di mare compreso tra la Corsica e la Toscana.

Lo studio si è occupato anche della tipologia dei polimeri: marcata prevalenza di polietilene e polipropilene nel Mediterraneo occidentale e una maggior eterogeneità nell'Adriatico con la presenza di vernici sintetiche e altri composti associati alle attività di pesca. Le ragioni dell'elevata concentrazione di microplastiche in Mediterraneo, sono da ricercare nel limitato ricambio d'acqua di questo bacino chiuso, ma densamente popolato e sottoposto ad una elevata pressione antropica.

Le microplastiche, scambiate per cibo, possono essere ingerite dai più piccoli organismi del plankton, fino ai predatori terminali. L'Università Politecnica delle Marche ha studiato l'accumulo delle microplastiche negli organismi marini: i risultati evidenziano la presenza di microplastiche in almeno il 30% del pescato dell'Adriatico, in quantitativi che non rappresentano un pericolo per l'uomo, ma un campanello d'allarme per la salute delle specie e dell'ecosistema marino.
HAWAII, SCOPERTA NUOVA SPECIE DI PESCE E' piccolo, rosa e giallo, la nuova specie di pesce della barriera corallina scoperta nelle Hawaii da una spedizione del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e l'Associazione per l'Esplorazione Marina, che hanno voluto chiamarlo Obama, in onore del presidente Usa uscente.

Il pesce, il cui nome scientifico preciso è Tosanoides obama, è stato scoperto lo scorso giugno in una spedizione nell'area marina protetta del Papahanaumokuakea Marine National Monument, vicino l'atollo Kure. Si è deciso di chiamare così il pesce, in riconoscenza degli sforzi fatti dal presidente Obama per proteggere e preservare l'ambiente naturale, tra cui l'allargamento dell'area marina di Papahanaumokuakea, una delle più estese della Terra.

Ci sono altre due specie del genere Tosanoides, entrambe del Pacifico tropicale nordoccidentale. I maschi di questa nuova specie, hanno una macchia caratteristica sulla pinna dorsale vicino la coda, che è blu vicino la punta e rossa a strisce gialle al centro.
Questa nuova specie è particolare, perché è l'unica nota di pesci endemici della barriera corallina che vive nel Monument, il che vuol dire che non esiste in nessun altro posto della Terra. La ricerca ha documentato il più alto tasso di pesci endemici nel mondo, pari al 100%, che vivono nella barriera corallina dove è stata trovata la nuova specie. Ma per colpa del cambiamento climatico, c'è il rischio di perdere alcune specie mai scoperte, prima ancora di sapere della loro esistenza.

BANDO PER SENTINELLE AMBIENTALI

Il comune di Genova, per fronteggiare l'emergenza della sicurezza idrogeologica e controllare capillarmente il territorio, sta per arruolare una squadra di pensionati. Lo prevede il nuovo progetto di volontariato che partirà quest'anno e si chiamerà "Osservatori certificati".
Oltre cinquanta persone, residenti in altrettante "zone di osservazione" lungo i bacini dei torrenti Bisagno, Polcevera e Cerusa, saranno reclutate dal comune e, dopo un corso di formazione, entreranno a far parte di una rete di controllo e presidio sull'ambiente. Saranno scelte tra chi abita nelle zone di osservazione e perciò, senza dover nemmeno uscire di casa, potranno segnalare il pericolo alla Protezione civile, inviando una foto alla sala emergenze.

Il bando per la selezione delle vedette è pubblicato sul sito del comune (Non sei autorizzato a vedere i links. Registrati o Login), e può essere consultato nelle sedi dei nove municipi. Il modulo, compilato indicando la zona di osservazione e il bacino idrico, deve essere scannerizzato e inviato all'indirizzo di posta elettronica pminiziativepc*comune.genova.it, entro il 31 gennaio.

Toccherà quindi alla Protezione civile, con una serie di sopralluoghi, verificare che le abitazioni dei candidati siano nei posti giusti, ciascuna affacciata su una delle 53 zone a rischio. Una volta selezionate le vedette, seguiranno un corso di formazione tenuto dalla Protezione civile. Le 53 zone sono quelle che nelle ultime alluvioni hanno creato le maggiori criticità. L'osservazione da parte delle vedette, avverrà esclusivamente dalle abitazioni dei cittadini.

ECODOM

ECODOM Il Consorzio Italiano Recupero e Riciclaggio Elettrodomestici (ECODOM), è il sistema collettivo nazionale che gestisce, senza fini di lucro, il trasporto e il trattamento degli elettrodomestici a fine vita (Raee Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche). Un compito che ECODOM svolge cercando di coniugare il rispetto per l'ambiente con l'efficienza del trattamento.
Costituito nel 2004 su base volontaria dai principali produttori di grandi elettrodomestici, cappe e scalda-acqua operanti nel mercato italiano, ECODOM ha l'obiettivo di evitare la dispersione di sostanze inquinanti nell'ambiente e massimizzare il recupero dei materiali da reinserire nel ciclo produttivo, nel rispetto della normativa in materia di trattamento dei Raee.

In particolare, in riferimento alle tipologie di Raee individuate dalla normativa vigente, Ecodom si occupa di gestire quelli provenienti dai nuclei domestici dei raggruppamenti: R1(frigoriferi, condizionatori); R2 (lavatrici, lavastoviglie, cappe, forni, scalda-acqua);R4(piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, informatica, apparecchi di illuminazione). ECODOM effettua, inoltre, il servizio di trattamento dei Raee professionali.
« Ultima modifica: Gennaio 13, 2017, 07:01:20 da nuvolotta »
Chi non smanetta non impara

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Re:Notizie ambiente da televideo
« Risposta #1 il: Gennaio 19, 2017, 09:37:31 »
MENO INVESTIMENTI NEL 2016

Frenata di nuovi investimenti in energia pulita nel 2016 in tutto il mondo, con un calo del 18% a 287, 5 miliardi di dollari (348, 5 miliardi nel 2015).

Malgrado ciò, quello appena passato è stato un anno record per i finanziamenti dell'eolico off-shore, con un +40% (29, 9 miliardi di dollari).

E' quanto emerge dagli ultimi dati della società di ricerca Bloomberg New Energy Finance (BNEF), secondo cui a spingere l'eolico in mare, sono stati la produzione di turbine più grandi e un know-how migliore sulla costruzione.

La battuta d'arresto riflette, in parte, il forte calo dei prezzi degli impianti, soprattutto nel solare fotovoltaico.

Da registrare anche un raffreddamento in due mercati chiave, Cina e Giappone che stanno tagliando la costruzione di nuove infrastrutture e vogliono smaltire la capacità già installata.

Nonostante il calo globale degli investimenti nelle rinnovabili, la capacità totale installata è cresciuta.

La stima di BNEF indica un record di 70 Gigawatt di solare aggiunti nel 2016, rispetto ai 56 Gw del 2015 e ai 56, 5Gw in più nell'energia del vento in calo dai 63 Gw.

"E-MOTICON" PER ECO-MOBILITA'

Promuovere la diffusione della mobilità elettrica nella regione alpina a cavallo tra Italia, Austria, Francia, Germania e Slovenia: questo l'obiettivo di "e-Moticon", progetto europeo che aiuterà le amministrazioni pubbliche a sviluppare una comune strategia transnazionale per la pianificazione delle infrastrutture di ricarica, attraverso un finanziamento di 2, 2 milioni di euro in trenta mesi.

Il progetto è co-finanziato dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regione tramite il Programma Spazio Alpino 2014-2020, che interessa un'area di circa 450.000 chilometri quadrati e settanta milioni di persone.

In questa regione, si contano oggi da 15 a 235 stazioni di ricarica elettrica e da 70 a 470 veicoli elettrici ogni milione di abitanti. Dati che, tuttavia, possono essere migliorati.

"E-Moticon" nasce proprio con l'obiettivo di superare il problema della scarsa interoperabilità delle stazioni di ricarica, spesso limitata dalla mancanza di strumenti di pianificazione integrata da parte delle amministrazioni pubbliche e dalla scarsa conoscenza delle tecnologie e modelli di business nella pianificazione dell'infrastruttura di ricarica.

La partnership darà vita ad azioni di integrazione tra pianificazione territoriale, nuovi modelli di business, tecnologie, modelli di mobilità sostenibile e politiche di efficienza energetica.

Oltre alle amministrazioni locali, saranno coinvolti i rappresentanti del settore industriale della e-mobility, centri di ricerca, agenzie regionali dell'energia, utenti finali e le agenzie del trasporto pubblico.

BUONI PASTO CONTRO LO SPRECO

Edenred, inventore del ticket restaurant, e il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base Cellulosica (COMIECO), hanno sottoscritto una partnership per la realizzazione di speciali copertine di buoni pasto con dei consigli "anti spreco". Il progetto mira a sensibilizzare oltre un milione di lavoratori titolari dei benefit Edenred ad una cultura dell'alimentazione sostenibile, ad una corretta differenziazione dei rifiuti e alla lotta allo spreco delle risorse.

I beneficiari dei ticket restaurant potranno infatti, leggere sulle cover dei blocchetti di buoni pasto delle pillole informative curate da COMIECO, con alcuni semplici consigli per evitare gli sprechi: ad esempio richiedendo ai ristoratori una family bag, per portare a casa gli alimenti non consumati.

Stando ai dati 2016 dell'Osservatorio Nazionale Waste Watcher di Last Minute Market, società spin-off dell'Università di Bologna, in Italia ogni anno vengono sprecati circa sedici miliardi di euro di cibo, praticamente l'1% del prodotto interno lordo.

La cultura dello spreco può essere contrastata agendo proprio sui piccoli comportamenti quotidiani; tra questi la raccolta differenziata è uno dei principali strumenti a disposizione di ognuno di noi. Non tutti i rifiuti sono inutili, infatti. Carta e cartone, così come tutti i rifiuti che si possono differenziare correttamente, sono preziose risorse da non sprecare e fare una buona raccolta differenziata è un gesto semplice, che fa bene all'ambiente e di grande senso civico.

STUDIO SUI VULCANI "DORMIENTI"

E' stata evidenziata, per la prima volta, l'esistenza di una soglia di pressione durante il processo di ascesa del magma nella crosta, raggiunta la quale, un "risveglio" vulcanico potrebbe evolvere verso una condizione critica.

A dimostrarlo una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)-Sezioni di Bologna, Napoli e Palermo, delle Università di Palermo e Roma Tre, e dell'Università di Savoia.

Obiettivo dello studio è quello di comprendere i processi che avvengono all'interno dei vulcani quiescenti che, presentando evidenze di risveglio vulcanico, potrebbero evolvere verso una eruzione, come nella caldera dei Campi Flegrei.

La risalita dal profondo di magma è una delle cause dei risvegli vulcanici.

Risalendo verso la superficie, il magma perde pressione e rilascia parte delle specie volatili o gassose, disciolte nel fuso.

Da qui l'idea di caratterizzare i meccanismi di rilascio delle specie volatili magmatiche principali, acqua e anidride carbonica, durante il processo di depressurizzazione.

In particolare, nel lavoro viene dimostrata per la prima volta l'esistenza di un valore critico di pressione attorno al quale per ogni tipo di magma, aumenta notevolmente la quantità totale di fluidi rilasciati.

Raggiunte queste condizioni critiche, il magma rilascia notevoli quantità di acqua, in stato di vapore ad alta temperatura, che sono iniettate nelle rocce interposte fra il magma e la superficie.

Le rocce, riscaldate dalle grandi quantità di vapore, si indeboliscono, perdendo la loro resistenza meccanica, determinando un'accelerazione del risveglio verso condizioni critiche.

DIETA MEDITERRANEA PROTEGGE IL CERVELLO

La dieta mediterranea rallenta l'invecchiamento e protegge il cervello, negli anziani che la seguono. Il cervello infatti si restringe meno, rispetto a chi non l'ha adottata. Lo ha verificato uno studio dell'Università di Edimburgo, pubblicato sulla rivista "Neurology". La dieta mediterranea ha i suoi pilastri nella frutta, verdura, olio d'oliva, legumi e cereali, un moderato consumo di pesce, formaggio e vino e poca carne rossa e pollame.

Quando invecchiamo, conferma la ricerca il cervello si restringe perdendo cellule cerebrali:tutto ciò influisce sulla memoria e l'apprendimento. Lo studio aggiunge un altro tassello, ai tanti che indicano l'impatto positivo della dieta mediterranea sulla salute del cervello. I ricercatori hanno raccolto le informazioni sulle abitudini alimentari di 967 persone sane di circa 70 anni. A 562 di loro hanno fatto una risonanza magnetica a 73 anni per misurare il volume del cervello, della materia grigia e lo spessore della corteccia.

Dopo tre anni, a 401 di loro hanno fatto una seconda risonanza magnetica per valutare l'impatto della dieta mediterranea. Si è così visto che chi non l'aveva adottata, aveva subito la perdita maggiore di volume del cervello rispetto a chi invece l'aveva seguita bene: una differenza dello 0, 5% nel volume cerebrale, pari alla metà di quello che si ha col normale invecchiamento.

Non è stata invece trovata una relazione tra dieta mediterranea, volume della materia grigia e spessore della corteccia, né tra il consumo di pesce e carne e cambiamenti del cervello, contrariamente a quanto rilevato da altri studi.

AUMENTANO SPECIE "ALIENE" IN ITALIA

Minacciano ecosistemi, salute e attività dell'uomo mettendo in pericolo la biodiversità e l'economia: sono oltre tremila le specie aliene presenti in Italia, in aumento del 96% negli ultimi tre decenni. Una diffusione che costa all'Europa più di dodici miliardi di euro ogni anno. Un fenomeno in forte crescita anche in Europa, il 76% negli ultimi trent'anni.

Nel Mediterraneo le specie aliene invasive sono, insieme al consumo di suolo, la principale minaccia alla biodiversità. E' per rispondere a questi pericoli che è nato il "Life Asap", progetto cofinanziato dalla Commissione Europea di cui sono promotori l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), insieme a Legambiente e altri partner.

L'iniziativa si pone l'obiettivo di ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e mitigare i loro impatti, aumentando la consapevolezza delle persone. Le specie aliene invasive causano in Italia, impatti sulla biodiversità (gambero rosso americano, scoiattolo grigio, tartaruga palustre americana, caulerpa, robinia), sulle attività economiche (nutria, cozza zebrata, fitofagi come il cinipede del castagno e la cimice del pino) e sulla salute umana (ambrosia, zanzara tigre).

Le specie aliene invasive sono organismi introdotti dall'uomo, accidentalmente o volontariamente, al di fuori dell'area di origine, che si insediano in natura e causano impatti sull'ambiente o sulla vita dell'uomo. Le vie di ingresso privilegiate sono porti e aeroporti, con merci e persone che possono diventare vettori; un ruolo importante nella loro diffusione è giocato dal commercio di piante esotiche e animali da compagnia.

Il numero di specie marine aliene nel Mediterraneo è più che raddoppiato tra il 1970 e il 2015, con 150 nuove specie registrate solo negli ultimi quindici anni. Molte specie marine arrivano attraverso il canale di Suez: 186 sulla Penisola attraverso questo passaggio.

EMIRATI INVESTONO SU RINNOVABILI

Gli Emirati Arabi Uniti investiranno 600 miliardi di dirham (163 miliardi di dollari), in progetti nel settore delle energie rinnovabili. L'annuncio si inserisce nel quadro della strategia energetica al 2050 del Paese, il cui obiettivo è soddisfare il 44% del fabbisogno energetico da fonti rinnovabili. Obiettivo degli Emirati Arabi Uniti è quello di bilanciare le necessità economiche, con gli obiettivi climatici. Secondo gli obiettivi del governo locale, nel 2050 il mix energetico degli Emirati sarà composto al 38% da gas naturale, al 12% da fonti fossili pulite e al 6% da energia nucleare.

Nei giorni scorsi, gli Emirati hanno annunciato il completamento del 75% della costruzione della centrale nucleare di Barakah, che verrà terminata nel 2020 e sarà la prima del Golfo Persico. Un primato che si aggiungerebebbe a quello segnato nel 2013, con l'inaugurazione della maggiore centrale solare a concentrazione del mondo.

Nel giugno 2106 Dubai ha inoltre annunciato la costruzione di una centrale fotovoltaica da mille megawatt entro il 2030, anno nel quale gli Emirati puntano ad avere un 25% di generazione elettrica da fonti rinnovabili. Gli Emirati Arabi Uniti producono 2, 99 milioni di barili di petrolio al giorno, esportandone 2, 44 milioni di barili al giorno.

"FA' LA COSA GIUSTA"

Torna a Milano, dal 10 al 12 marzo, "Fa' la cosa giusta!", quattordicesima edizione della fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili. L'edizione 2017 sarà caratterizzata da undici sezioni tematiche, che spazieranno dagli ambiti storici, come la moda o l'arredamento sostenibile, fino ai temi emergenti come la scelta vegana e cruelty free, passando per gli spazi dedicati all'associazionismo e all'economia carceraria.

Un'area sarà dedicata alla teoria e alla pratica dell'economia circolare, il modello economico basato sulla riparazione e sulla rigenerazione. Tra i nuovi prodotti presenti in fiera quest'anno ci sarà Fairphone, il primo smartphone prodotto con materie prime il più possibile provenienti da filiera etica: da miniere non situate in aree di conflitto, materiali riciclati, processi produttivi non dannosi per l'ambiente e per i lavoratori. Previsti anche laboratori di cucina sostenibile.

Nei nuovi spazi dedicati all'autoproduzione sarà possibile scoprire i segreti della saponificazione domestica, attraverso postazioni grafiche e laboratori di produzione di sapone per adulti. Presente anche uno spazio verde con erbe aromatiche e piante da frutto; cassoni per sperimentazioni libere di giardinaggio e laboratori guidati per imparare a utilizzare le piante come veri e propri elementi d'arredo domestico, per scegliere i frutti antichi più adatti alla coltivazione sui terrazzi.

Spazio anche per un polo di intrattenimento, dove i bimbi potranno sperimentare e lasciare una loro traccia, attraverso gesti, musica, circo, letture e pitture libere, utilizzando anche le tecniche della street art. Il polo di educazione, sarà invece dedicato ai genitori: si parlerà di pedagogia a casa e a scuola, scoprendo così come diversi metodi educativi, possano essere applicati sia nella scuola pubblica che nella vita quotidiana con i ragazzi.

INGV

Costituito nel 1999, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) raccoglie e valorizza le competenze e le risorse di cinque istituti già operanti nell'ambito delle discipline geofisiche e vulcanologiche: l'Istituto Nazionale di Geofisica; l'Osservatorio Vesuviano; l'Istituto Internazionale di Vulcanologia; l'Istituto di Geochimica dei Fluidi; l'Istituto per la Ricerca sul Rischio Sismico.

L'INGV è nato con l'obiettivo di raccogliere in un unico polo le principali realtà scientifiche nazionali, nei settori della geofisica e della vulcanologia. Coopera con numerose università e altre istituzioni di ricerca nazionali e internazionali; è attualmente la più grande istituzione europea nel campo della geofisica e vulcanologia e una delle più grandi nel mondo. Le sedi principali si trovano a Roma, Milano, Bologna, Pisa, Napoli, Catania e Palermo. La missione principale dell'INGV è il monitoraggio dei fenomeni geofisici nelle due componenti fluida e solida del nostro pianeta. All'INGV è affidata la sorveglianza della sismicità dell'intero territorio nazionale e dell'attività dei vulcani italiani, attraverso reti di strumentazione tecnologicamente avanzate, distribuite sul territorio nazionale o concentrate intorno ai vulcani attivi.

I segnali acquisiti da tali reti vengono trasmessi in tempo reale alle sale operative di Roma, Napoli e Catania, dove personale specializzato li elabora per ottenere i parametri dell'evento in atto. L'INGV opera in stretto contatto con il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e ha legami privilegiati con il Dipartimento della Protezione Civile e con le altre autorità preposte alla gestione delle emergenze, sia a scala nazionale che a scala locale.

Coopera inoltre con i Ministeri dell'Ambiente, della Pubblica Istruzione, della Difesa e degli Affari Esteri nel quadro di progetti strategici nazionali e internazionali.

L'INGV è particolarmente attento alla diffusione della cultura scientifica attraverso pubblicazioni per le scuole, mostre dedicate alla geofisica, ai rischi naturali e ambientali e pagine dedicate su internet.
Chi non smanetta non impara